Gli ultimi due sono stati anni funesti per la pandemia che ha colpito il mondo, ma non solo. Il settore dei trasporti marittimi è in uno stato di crisi da parecchi anni e si sono susseguiti fallimenti di varie compagnie (tra cui quello della quotatissima Hanjin) che stanno portando lentamente al collasso l’intero sistema, soprattutto nella tratta Cina-Europa. Nel corso degli ultimi anni i costi relativi al noleggio di container per la tratta Shangai-Genova sono più che triplicati, così come si sono dilatati di almeno una settimana anche i tempi di percorrenza. Tutti questi problemi, uniti ai rallentamenti alla base della produzione, si riflettono ovviamente sui rivenditori europei, italiani e sul consumatore finale. Emblematico è il caso di Ikea che ha annunciato l’aumento dei prezzi del 9% a partire dal 2022. Il colosso svedese ha, inoltre, avuto nel corso dello scorso anno, molti problemi riguardanti le forniture. I magazzini sono rimasti senza gran parte della merce a causa dei ritardi nelle importazioni dal Far East e, in parecchi casi, si fa fatica tuttora a trovare armadi per la camera da letto e mobili componibili da salotto, costringendo migliaia di italiani ad attendere mesi o a spostarsi verso un mobilificio artigianale con conseguente aumento dei costi da sostenere. La cosa peggiore, però, è che la situazione dal punto di vista dei trasporti marittimi non sembra migliorare e potrebbe costringere tantissimi imprenditori a un cambiamento radicale delle proprie politiche aziendali.